La colazione al bar, complice la pandemia e lo smartworking, ci sta ponendo di fronte a 3 elementi di novità: la fruizione degli spazi, gli orari e l’offerta di prodotto.

Se da un lato, non assistiamo più ai sorseggi gomito a gomito al banco per via del necessario distanziamento; dall’altro, le nuove abitudini hanno delineato la cosiddetta “seconda colazione”, una pausa sfasata rispetto agli orari di un tempo e con consumi e aspettative diverse da parte dei clienti. Vediamo, in modo particolare, come sta cambiando l’attenzione alla materia prima, relativamente alla scelta del caffè, e la richiesta rispetto alla varietà del menù.

Il fast brunch, un trend fisiologico per i clienti e necessario per i bar


Lo spostamento in avanti dell’orario della colazione al bar implica due nuove sfide per i gestori: 1. riuscire a garantire l’offerta di croissant dolci fuori dal consueto orario e con una farcitura qualitativamente ottima; 
2. essere in grado di rispondere alle sempre più frequenti richieste di soluzioni non dolci, come possono essere croissant ripieni con i prodotti del banco salumi e formaggi, o bagel farciti con verdure e uova.

Ma se da un lato, il brunch è compatibile con il nuovo layout dei locali e in linea con le richieste dei clienti; dall’altro, il bar deve essere attrezzato per garantire un servizio rapido e completo.
A tal fine, l’adozione di strumenti come il dispenser Squeezita può agevolare la farcitura, in tempo reale e con un’ampia proposta di gusti, di cornetti dolci nella tarda mattinata; dotarsi di un forno Combi Wave Smart, invece, consente di ampliare in poco tempo l'offerta dolce e salata con semplici ricette per la seconda colazione al bar e senza rischio di rimanenze o sprechi, anzi con la possibilità di aumentare lo scontrino medio.

Il caffè, verso una nuova idea di pregio


Il caffè della seconda colazione viene concepito in modo diverso dal pubblico. Stiamo assistendo, infatti, alla trasformazione dell’idea di espresso veloce da semplice commodity a un prodotto considerevole per proprietà gustative e connotazioni etiche.

Da questa necessità, è nata la Slow Food Coffee Coalition, una coalizione tra gli attori della filiera dell’oro nero macinato che si impegnano a migliorare la relazione tra agricoltori e consumatori e promuovere l’identità e la conoscenza del caffè agli occhi di chi lo ordina ogni giorno.
Il rispetto per l’agricoltore va poi di pari passo con il riflesso della produzione sull’ambiente. Per questo motivo, alcuni brand stanno studiando nuove varietà di caffè mediante una nuova generazione di piante a bassa emissione di CO2, resistenti alla siccità. Dagli studi risulterebbe che questa pianta abbia una resa maggiore fino al 50%, garantendo una maggiore produzione a parità di superficie agricola, fertilizzante ed energia utilizzata. Un plus che contribuirebbe anche a una riduzione fino al 30% dell’impronta di CO2.

I consumatori stanno, quindi, chiedendo di compiere scelte nuove e responsabili. Andare incontro alle nuove tendenze è una nuova sfida, accettarla è una scelta buona e giusta.