La collaborazione tra
il Panino di Serie A e Techfood ha avuto origine a Rimini in occasione di una convention dedicata all’innovazione nel settore Horeca, dove due stand distinti, accomunati dalla curiosità reciproca, si sono incontrati. L’intento di creare panini innovativi, in grado di valorizzare la creatività degli chef attraverso forme e colori inediti, ha rappresentato il punto di partenza per una collaborazione straordinaria.

In questa intervista, Vito Longo, titolare de Il Panino di Serie A, racconta l’evoluzione di un’azienda che sta rivoluzionando il lavoro di migliaia di ristoratori, grazie a ricerca, sperimentazione e passione.

Qual è il suo ruolo all’interno dell’azienda?

Oltre a essere titolare, insieme a mia moglie Elena, mi occupo della ricerca e dello sviluppo: elaboro nuove ricette e progetto i macchinari necessari alla loro realizzazione. Inoltre, mi dedico alla formazione e all’assistenza dei collaboratori, accompagnandoli nelle prime fasi per renderli autonomi. Siamo un team molto affiatato.

Come nasce il nome “panino di serie A”?

Quando avviammo l’attività, circa venticinque anni fa, l'insegna era “A3 Salerno - Reggio Calabria”, un riferimento all’autostrada presso cui si trovava il nostro primo punto vendita, nei pressi dello svincolo di Battipaglia. Il nome attuale nacque spontaneamente: i clienti, entusiasti della qualità, esclamavano spesso “Questo panino è di Serie A!”. Così decidemmo di adottare questa denominazione, che col tempo è divenuta un marchio registrato.
All’inizio ci occupavamo della vendita di panini farciti, ma anche di prodotti lievitati legati alla stagionalità e ad altre ricorrenze.

Quindi inizialmente il vostro punto vendita era un luogo in cui vendevate panini farciti?

Esattamente. Il nostro locale serviva principalmente lavoratori in pausa pranzo. Siamo stati pionieri nell’introdurre panini caldi con parmigiana, salsiccia e cotoletta. Ancora oggi quel punto vendita continua ad avere un ruolo centrale, anche grazie alla posizione strategica in una zona fortemente identificata con la mozzarella di bufala di Battipaglia. Godiamo di un’ottima reputazione nel territorio.


Quando sono stati introdotti i panini colorati? 

La distribuzione su scala nazionale ha avuto inizio nel 2019. In precedenza ci limitavamo al contesto regionale. Da quell’anno abbiamo partecipato alle prime fiere nazionali, facendoci conoscere in tutta Italia. Da lì sono nati i panini colorati, a cui si sono affiancate altre linee come quelle proteiche o a basso contenuto glicemico.

Ci sono dei panini che preferite in modo particolare? 

L’intera gamma possiede caratteristiche distintive. In particolare, il panino ai cereali è estremamente versatile, adatto sia ai salumi che alla carne. Anche le versioni colorate riscuotono grande successo. In collaborazione con Techfood ci siamo recentemente divertiti a realizzare panini con sezioni di colori diversi, che risultano scenografici e stimolano la curiosità del cliente.

I colori corrispondono a ingredienti diversi?

I coloranti utilizzati sono tutti naturali. Inizialmente impiegavamo ingredienti come barbabietola e alga spirulina. Per rendere i colori più brillanti, abbiamo successivamente introdotto l’utilizzo di coloranti alimentari da pasticceria nel rispetto delle normative, sempre specificati in etichetta secondo la legislazione vigente.

Chi sono i vostri clienti principali? 

La nostra clientela è composta prevalentemente da operatori del settore Horeca. Recentemente abbiamo avviato anche collaborazioni con la grande distribuzione organizzata, ma oltre il 90% dei nostri partner resta legato al canale professionale.

Quali sono le impressioni dei vostri clienti? 

Chi utilizza i nostri panini tende a fidelizzarsi, perché riesce a costruire un’identità attorno al prodotto. Il pane è stato progettato per non sovrastare il lavoro dello chef, ma per fungere da contenitore valorizzante degli ingredienti. Il prodotto riflette un attento studio, frutto di un’esperienza ventennale nel settore ristorativo.

Qua si vede che dietro c'è una ricerca e che c'è uno studio, si vede proprio l'esperienza ventennale.

Sì, è perché noi nasciamo ristoratori. Conosciamo i punti critici di questo mondo e non siamo panettieri da generazioni, siamo degli autodidatti. Nel senso che ci siamo creati questa linea di pane per una nostra esigenza personale, già sapevamo qual era il nostro scopo, ossia fare uscire un pane che esaltasse tutto il contenuto.

Come nasce la collaborazione con Techfood?

È una storia affascinante. Conoscevo Techfood da tempo, avendone acquistato alcuni macchinari per l’attività ristorativa. Mi incuriosiva l’idea di abbinare i nostri panini alla macchina Space Bun, che avevo visto sui social.
A Rimini, durante il Beer&Food Attraction, mi sono recato allo stand Techfood per proporre una prova tecnica e loro sono stati immediatamente disponibili. Singolarmente, nello stesso momento, Gabriele Iori - direttore marketing di Techfood, stava visitando il nostro stand, attratto dai colori dei panini. È stato un incontro del tutto fortuito, quasi predestinato.

 

In che modo questa collaborazione ha cambiato il vostro approccio?

Entrambe le aziende hanno fortemente voluto questa sinergia. Offriamo campionature e supporto tecnico per illustrare le potenzialità del nostro panino in abbinamento al macchinario Techfood. Abbiamo anche creato un'accademia per formare i clienti sia nella composizione del panino che nell'utilizzo dell’attrezzatura, accompagnandoli fino allo sviluppo ottimale del prodotto.

Quali sono, secondo lei, i vantaggi di questa collaborazione?

La partnership con Techfood ci sta garantendo visibilità a livello nazionale, soprattutto grazie alla partecipazione congiunta a fiere di settore. Riteniamo che continuerà anche in futuro con nuove iniziative.

Quali sono i progetti per il futuro? Potete anticipare qualche novità?

Stiamo lavorando a un nuovo panino a base di patate e fibre, pensato per rispondere alla crescente attenzione verso l’alimentazione salutistica. Ispirato allo smashburger americano, lo abbiamo reinterpretato in chiave italiana. Il contenuto di fibre conferisce al prodotto morbidezza e maggiore conservabilità. Sono in corso, inoltre, delle collaborazioni con altre aziende e stiamo lavorando su nuove forme di panino, che però non possiamo ancora svelare.

Collaborate con altre aziende? Potete farci qualche nome?

Attualmente collaboriamo con importanti realtà della distribuzione nazionale come Altasfera, Despar, il gruppo Perella e Scongelando, tra gli altri.


Questa storia è l’esempio di come passione, esperienza e visione possano rivoluzionare un settore. Partita da uno svincolo della Salerno-Reggio Calabria, l’azienda di Vito Longo è diventata oggi un punto di riferimento per i professionisti dell’Horeca, offrendo un prodotto pensato da ristoratori, per ristoratori. La collaborazione con Techfood si inserisce perfettamente in questo percorso, dove l’innovazione tecnologica incontra la qualità artigianale, dando vita a un format unico che unisce estetica, funzionalità e gusto; restituendo la visione di un made in Italy capace di reinventarsi e superarsi sempre, anche partendo da un semplice – ma sorprendente – panino.

 

17 luglio 2025
Tag: space bun